Una storia di
Bulimia
*importante
in caso di emergenza
chiamare il 112
*importante
in caso di emergenza
chiama il 112
Mi chiamo Paola, ho 22 anni e in passato ho sofferto di Bulimia.
Quando penso al passato e mi guardo indietro vedo una bambina molto solare e divertente che a tutti
piaceva strapazzare. Ero una bambina “tutta da mordere” dicevano! Era qualcosa che mi faceva sentire
speciale, amata e importante.
Crescendo però quello che credevo fosse un mio punto di forza è diventata la mia più grande debolezza.
Non mi piacevo più, anzi, non mi piacevo affatto. Detestavo il mio corpo. I fianchi troppo larghi, le
gambe troppo grosse, le forme troppo rotonde. Quelle parole del passato assumevano un suono sempre
più distorto a ricordarmi di come mai sarei potuta essere come avrei voluto, come quelle belle ragazze
della mia età.
La tristezza, la sensazione di non valere niente e di disgusto verso il mio corpo aumentavano con il
crescere dell’età. Non sapevo come gestire tutto questo e mi sentivo in balia di un destino crudele che io
non avevo scelto e che non potevo cambiare.
L’unica cosa che potevo fare per provare a mutare questa terribile condizione era modificare qualcosa nel
mio corpo. Se sono i chili di troppo che non mi permettono di essere felice basta eliminarli, giusto?
Questo pensiero mi tranquillizzava, mi faceva pensare che finalmente una soluzione a tutto questo
ingiusto destino poteva esserci, una via di uscita che finalmente poteva farmi sentire bene come tutti gli
altri.
Ho iniziato dunque a non mangiare più. Bastava seguire una dieta ferrea: saltare la colazione e il pranzo
per mangiare qualcosina a cena. Semplice no? I risultati sarebbero stati garantiti e l’obbiettivo raggiunto
in poco tempo. La soluzione era a portata di mano. A quel punto avrei potuto finalmente sentirmi a mio
agio in mezzo agli altri, mi avrebbero guardato con quegli occhi di ammirazione con cui guardavano
anche gli altri.
Purtroppo non è stato così semplice come immaginavo, anzi, è stato un vero e proprio inferno. A mie
spese scoprii pian piano che se da una parte non mangiare mi faceva sentire forte, dall’altra i demoni della
fame riempivano tutte le mie giornate. Il pensiero del cibo era un chiodo fisso.
È da questo momento che sono iniziate le abbuffate. Nonostante durante la giornata, o per la maggior
parte del tempo, seguissi la mia dieta ferrea, quando la fame e lo stress diventavano troppi mi ritrovavo
in modo vorace e incontrollato ad assimilare una quantità di cibo eccessiva e spropositata.
Dopo mi sentivo a pezzi. Avevo mandato all’aria tutta la dieta di una giornata? Come avevo potuto
mangiare tutto quel cibo in maniera così incontrollata? Il senso di colpa e la vergogna erano troppo forti
e l’unico modo per eliminarli era eliminare il cibo stesso. Così ho iniziato ad autoindurmi il vomito.
Quando mi sono ritrovata a non riuscire più a gestire questo infernale meccanismo ho chiesto aiuto a mia
madre. Lei mi ha aiutato a cercare un aiuto di tipo psicologico a cui è conseguito un piano nutrizionale più
equilibrato e meno rigido di come avevo imposto io. Nel lavoro psicologico ho appreso concetti quali
“abbuffate”, “condotte compensatorie”, “alimentazione incontrollata”. Non credevo di poter finire
così facilmente in questo vortice negativo. Il lavoro psicologico mi ha aiutata ad accettarmi maggiormente
per quello che sono e a vedere il mio mondo con uno sguardo più benevolo.
La storia di Paola è un esempio di come l'alimentazione possa entrare in un vortice di insensatezza e di perdita di controllo da cui è difficile uscire.
Di seguito vediamo insieme alcuni falsi miti sulla bulimia per conoscerla meglio.
Tieni conto che questo disturbo può essere esperito differentemente da diverse persone.
MITO
Di Bulimia soffrono solamente le persone di sesso femminile.
FATTO
Seppur con un incidenza minore, anche le persone di sesso maschile soffrono di bulimia. Negli ultimi anni inoltre, le persone di sesso maschile affette da Bulimia stanno esponenzialmente aumentando.
MITO
La Bulimia insorge nelle persone in sovrappeso.
FATTO
La corporatura può influire sull’insorgenza del disturbo, ma non rappresenta l’unica causa e può anche essere presente in persone in sottopeso. Fattori quali una spiccata tendenza a soffrire di ansia o depressione, difficoltà a gestire lo stress, bassa autostima, preoccupazione verso al futuro o che ne sono impauriti sono tutti elementi ugualmente importanti. La condizione psicologica della persona ricopre infatti un ruolo di rilevante importanza.
MITO
Di Bulimia non si smette mai di soffrire.
FATTO
Guarire è possibile e l’obiettivo può essere raggiunto seguendo un percorso terapeutico mirato. L’approccio alla cura è duplice: si deve curare il corpo e la mente. Attraverso questo metodo è possibile guarire. I casi di cronicità si presentano quando il meccanismo della Bulimia viene sottovalutato pensando che possa essere gestito autonomamente senza chiedere un aiuto professionale.
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